sabato 7 giugno 2014

Antidolorifici

Allarme allergia per chi usa Fastum gel, Lasonil, Keplat, Flexen e altri antidolorifici



L’Aifa ha diramato la lista dei medicinali che sono a rischio fotoallergia perchè contenenti Ketoprofene. Tra gli antidolorifici che comprendono questo principio attivo ci sono:Artrosilene 5% gel e Artrosilene 15% schiuma cutanea, Fastum 2,5% gel, Flexen 5% gel, Ibifen 5% gel e Ibifen 5% soluzione cutanea, Keplat 20 mg cerotto medicato, Ketofarm 5% gel, Ketoprofene Almus 5% gel, Ketoprofene Eurogenerici 5% gel, Ketoprofene Ratiopharm Italia 2,5% gel, Ketoprofene Sandoz 5% crema, Ketoprofene Pharmentis 5% gel, Liotondol 2,5% gel, Orudis 5% gel, Yerasel 10% spray cutaneo, soluzione. A quanto apprende RETENEWS24 però, tra i prodotti che prevedono il Ketoprofene, c’è anche il Lasonil gel 2,5 mg. L’Aifa, da qualche mese al centro di polemiche per lo scandalo che l’ha vista coinvolta nel caso Novartis – Roche, potrebbe quindi attuare la politica del “due pesi, due misure” non citando il Lasonil tra i medicinali pericolosi.









Di seguito il comunicato dell’Agenzia del Farmaco:
Come ricorderà per le analoghe precedenti comunicazioni, il Comitato per i Medicinali per Uso
Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha condotto nel 2010 una revisione
scientifica dei dati di sicurezza e di efficacia dei medicinali contenenti ketoprofene per uso topico, a
seguito delle segnalazioni di reazioni avverse di fotosensibilizzazione e di co-sensibilizzazione con
l’octocrilene (filtro UV).
Il CHMP ha concluso che il profilo beneficio/rischio di questi farmaci rimane favorevole, ma che
esiste un rischio di reazioni di fotosensibilizzazione, in particolare un rischio di fotoallergia, con
l’utilizzo di medicinali contenenti ketoprofene per uso topico.
Il CHMP ha evidenziato che i casi di fotosensibilità da ketoprofene per uso topico si verificano in
seguito alla fotodegradazione del ketoprofene stesso alla luce solare, anche in caso di cielo
coperto. Tale reazione avversa, anche se rara, è stata grave nella maggior parte dei casi,
richiedendo l’ospedalizzazione, l’interruzione del lavoro e una permanente immunizzazione a
causa del meccanismo immunologico della fotoallergia.

Sulla base dei dati valutati, il CHMP ha anche concluso che vi è il rischio di co-sensibilizzazione

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